Il Running è un bel virus

Per alcuni è stato un percorso obbligato. Per altri, la scoperta di una disciplina sportiva talmente amata da entrare direttamente nelle viscere. Per altri è la corsa arriva come qualcosa di inaspettato, il germe di qualcosa estraneo che si impianta nel corpo e lo invade, diventando una sola cosa con esso. In medicina la parola più corretta per definire questo evento è “virus”. In ambito sportivo si può definire solo come un bellissimo virus. Forse un termine improprio, ma nulla riesce a descriverne meglio gli effetti. O, perlomeno, questo è quello che è accaduto a Riccardo.
Questa è la sua storia.
Riccardo ha iniziato a correre per caso. Senza un motivo apparente, senza una ragione particolare. Indossare maglietta e calzoncini e infilare le scarpe, uscire e macinare chilometri, era la cosa più naturale da fare. Come bere un bicchiere d’acqua. Come respirare. Come, semplicemente, vivere.
Ma anche correre, come vivere, con il passare del tempo acquista una forma precisa, un carattere definito, un senso. O molti più di uno.

Anche correre per Riccardo, a mano a mano che i chilometri di strada si snocciolavano sotto le sue scarpe, ha iniziato ad acquisire, ogni volta e sempre di più, un senso, un traguardo, un obiettivo .
Può essere per un amico. Per qualcuno che ha conosciuto e non ha l’effettiva possibilità di correre, per una malattia o un incidente o perché ancora non ha trovato fiducia in se stesso. Può essere per dimostrare che solo a volerlo…si può.
Per tutti questi motivi e molti di più Riccardo si trova a correre, sia che la corsa sia solo un allenamento sia che rappresenti la partecipazione a una maratona. Riccardo corre perché non può fare altro. Corre perché è spinto a farlo. Corre perché è la cosa più naturale e semplice che possa fare.
Certo, come molti altri runner, ha un sogno particolare, andare a New York. Sogna quella che per molti è “la maratona delle maratone”, sogna di partecipare portando con sé tutti i suoi amici, e tutte le persone che non possono correre.
Riccardo è malato di corsa ma nel modo più sano che ci possa essere.
La corsa, per lui, è un vero e proprio virus dal quale, però, non vuole curarsi perché è qualcosa che gli regala vita.
Impossibile in natura. L’aspetto più vero, naturale e felice del suo essere runner.
Grazie, Riccardo.