4 vette, 4.000 metri, 7 giorni in corsa

Andare oltre il limite significa tante cose. Oltre il limite dei propri pensieri. Oltre le proprie possibilità. Oltre l’immaginazione, alla ricerca di una nuova realtà. A volte oltre il limite è andare oltre il proprio corpo, raggiungere traguardi che sembrano impossibili, magari proprio nel momento in cui si avrebbe voglia di mollare.
Questa è la storia di Riccardo.
Riccardo ha superato il proprio limite nel settembre 2016, quando ha deciso di partecipare alla 4k Alpine Endurance Trail in Val D’Aosta, un evento di endurance trail running in cui la tempra e la resistenza dei partecipanti è messa a dura prova e in più di un’occasione. Non si tratta solo di correre lungo sentieri a volte impervi, spesso difficoltosi, di sicura e rara bellezza. È, soprattutto, fidarsi delle proprie capacità, scommettere tutto sulla propria forza, la resistenza, la forza d’animo, la volontà.
350 sono i km che Riccardo ha scelto di percorrere. Riccardo è un runner, eppure arriva alla vigilia della gara con una certa apprensione e un po’ di ansia. Ma forse è solo l’emozione che semplicemente si è fatta più intensa.
Il percorso è tutto fuorché facile: una competizione immersa nella bellezza dei paesaggi valdostani, sotto l’occhio vigile e attento di 4 picchi, naturali e silenziosi, il Monte Rosa, il Monte Bianco, il Cervino, il Gran Paradiso, punto di arrivo della gara.

Riccardo corre finché può, corre anche quando comincia a sentire il fiato mancargli, corre anche quando la schiena inizia a fargli male, quasi troppo. Si riposa, certo, il percorso prevede dei punti di ristoro, ma in situazioni del genere si corre in costante tensione, in assoluta e partecipata concentrazione.
Molti sono i momenti di crisi, ancora di pià quelli in cui la forza di volontà, tenace, aggressiva, guerriera, spinge per andare, mordere la terra sotto i piedi, graffiare quel paesaggio quasi innaturale (e sì che siamo nella natura più bella) che di Riccardo è il silenzioso spettatore.
Riccardo incrocia la pioggia. Qualche volta sbaglia strada. In alcuni momenti è talmente stanco che inizia ad avere allucinazioni. Eppure, non si ferma. Continua, ormai l’ha stabilito, vuole oltrepassare il suo limite. Persino nel momento più duro, quando la schiena si fa sentire, le gambe cominciano a vacillare e a gridare tutta la loro stanchezza, quasi si rifiutano di correre gli ultimi chilometri, Riccardo non molla. Un pensiero inizia a insinuarsi, prima in modo sornione e mellifluo, e poi sempre più forte nella testa:”vuoi vedere che ce la faccio davvero?”.
Riccardo, alla fine, ce la fa.
Il limite è superato. Il sogno realizzato.
La corsa, per Riccardo, è davvero lo strumento per superare sé stesso e i propri limiti.
Grazie, Riccardo.