Correre, una sana dipendenza

Le dipendenze evocano, purtroppo, negatività per antonomasia. È sempre molto sottile il confine tra un momento di puro piacere e un momento di ossessione.
Tra tutte le dipendenze quella per la corsa è forse l’unica dove questo confine non viene mai superato mantenendo sempre quel carattere adrenalico, euforico, forse rilassante, che tutti quelli che corrono conoscono e riconoscono come proprio.
Questa è la storia di Mauro, e della sua sana dipendenza dalla corsa.
Mauro inizia a correre 6 anni fa, quando, in ripresa da una brutta bronchite, decide, dal giorno alla notte, di liberarsi di una dipendenza venticinquennale di un pacchetto di sigarette. Al giorno.

Chi smette di fumare sa bene che una delle conseguenze a livello fisico più evidenti è l’acquisto di chili. Si sostituisce una mancanza da dipendenza con un’altra dipendenza. Mauro non si dà per vinto, e decide di iscriversi in palestra con suo figlio. Il suo primo incontro con la corsa è sul tapis roulant. Le prime volte sono faticose, anche 10 minuti rappresentano un grande risultato. Mauro, ancora una volta, non demorde. La perdita del peso diventa una sfida. Esce dall’ambito chiuso della palestra e inizia a correre. I minuti non sono più dieci, i km iniziano ad essere 5, 10, 15, 21, fino ad arrivare 42, quelli di una maratona.
Sono tante le maratone corse, Firenze, Roma, Pisa, Palermo, Parigi, Salerno, Siviglia con un PB di 3he04. È due volte al traguardo della 100 km del Passatore in 9he50, una volta alla Pistoia Abetone, continuando con tre partecipazioni alla 66 km della “Scorrendo con il Liri” e una infinità di gare più corte percorrendo mediamente 3000 km l’anno.
Di sé Mauro dice: ”Mi piace affermare che sono passato dalla dipendenza brutta del fumo alla bellissima dipendenza della corsa. Correre è sentirsi vivo, correre è avere la forza di superarsi sempre”.
Grazie, Mauro, per raccogliere ogni giorno questa bellissima sfida.