Se non corro sclero

Nel percorso di ognuno possono esserci tanti ostacoli. Talvolta sono limiti che noi stessi ci imponiamo. Spesso, sono semplicemente cose che ci accadono. Come una malattia. Semplicemente, capitano. La reazione iniziale è un miscuglio di sgomento, stupore e paura. Poi, lentamente, con tante difficoltà si inizia a risalire. Ognuno cerca di trovare la propria reazione, la strada e la lotta verso la guarigione.
Questa è la storia di Cristian.
Cristian inizia a correre per sfida. Come molti altri, deve perdere un po’ di peso, e la corsa sembra l’unico sport che possa portargli, insieme, risultati, orgoglio, soddisfazione.
Sono 40 i kg che perde in circa due anni. La vita non è mai stata così rosea. La vita, proprio quando sembrava aver preso un proprio corso di benessere e salute, gli lancia una nuova sfida.

A Cristian inizia a capitare spesso di perdere l’equilibrio. Dopo una serie di esami, la diagnosi: sclerosi multipla. Ognuno, come si diceva prima, ha i suoi modi e i suoi tempi di reazione. Cristian piange per un’ora. Poi, decide di voltare pagina. Decide, soprattutto, di non fermarsi. Nella strenua convinzione che “ciò che non ti uccide, ti fortifica” Cristian continua a correre.
La corsa diventa una vera e propria ossessione. Tutti i giorni 10 km di allenamento, corse di paese, competizioni più blasonate fino ad arrivare a correre la maratona di New York, nel 2014. Ogni traguardo è un’emozione ma, soprattutto, l’affermazione di una volontà ad andare “oltre il limite”, quello della malattia.
Cristian continua a correre, persino quando un peggioramento della malattia lo porta a terminare la maratona di Berlino edizione 2015 solo dopo 11 km. Il corpo si ferma ma non la sua volontà. Un anno dopo, domenica 25 settembre, Cristian è di nuovo a Berlino, questa volta al traguardo.
Cristian non si ferma. Presto sarà in Florida, a correre la “Walt Disney World Marathon”.
Continua a curarsi, a prendersi cura di sé sotto gli sguardi costantemente vigili di sua moglie, ma non ha intenzione di smettere. Il suo limite è la malattia ma il suo scopo è andare oltre, reagire, vincere con la testa, perché solo così, è sicuro, avrà ancora più possibilità di guarire.
La corsa è davvero la vita.

Grazie, Cristian.