La corsa è un messaggio, di tradizione, storia, cultura, folklore

Sarà capitato a molti di notare, tra i partecipanti di una qualsiasi maratona, persone vestite con abiti inusuali, che strappano un sorriso. A volte è un tutù appoggiato sui calzoncini. A volte una bandiera arrotolata intorno al corpo. A volte un semplice copricapo. Si potrebbe essere portati a pensare che il motivo possa essere riconducibile a uno scherzo, il pegno da pagare per una scommessa persa o, più semplicemente, qualcuno o qualcosa cui si vuole dedicare la corsa. Capita che quell’abito sia, però, un omaggio alla propria terra. A origini, tradizioni, storie che si vogliono salvare.  E un messaggio.

Questa è la storia di Andrea.

Andrea è originario di Oristano, anzi, è un abitante della penisola del Sinis, una delle parti riconosciute come le più incontaminate della Sardegna.

Andrea ha sempre corso, ma è nel 2007 che, passeggiando per la sua “magica” Sinis, sente la necessità di cominciare a correre nella propria terra e per la propria terra. Viene colto dal desiderio improvviso di ribellarsi all’apatia generalizzata e al disagio che vede negli occhi di chiunque incontri. I giovani si stanno allontanando dalla Sardegna e ad Andrea sembra che chi rimane non saper più cogliere, apprezzare e valorizzare la diversità, la cultura, la bellezza di questa terra. La sua terra.

Dice Andrea: “Ho deciso di correre, come fa Tom Hanks nel famoso film ‘Forrest Gump’, perché avevo voglia di correre e durante la corsa lanciare messaggi ben visibili in modo da venire notato e poi ascoltato. Perché uno o più simboli  mostrati alla persone a volte risultano più forti di qualsiasi discorso, molto spesso non recepito da gente distratta per vari motivi”.

Andrea inizia a correre per la sua terra, e lo fa scegliendo di indossare, ogni volta, un abito tradizionale sardo. L’anomalia e la stranezza nelle prime volte attirano curiosità e qualche sorriso. Ma Andrea non molla. Partecipa a varie maratone nel corso degli anni, da Amsterdam a Dubai, da Berlino a New York. Ogni volta indossa qualcosa che identifica chiaramente la sua provenienza e le tradizioni della Sardegna.  E le persone, intorno a lui, magari ancora sorridono, ma iniziano a chiedere. Vogliono capire. Sapere il motivo. Conoscere il senso, la storia, il messaggio di quegli abiti.

Andrea continua a correre, finisce sui giornali, di qualsiasi posto si trovi a correre. Il suo messaggio, che è fatto di speranza, orgoglio, rabbia e volontà fa della corsa il suo strumento di diffusione. Quello che più facilmente arriva al cuore delle persone, perché non parla di competitività ma di condivisione.

La corsa può avere mille messaggi, e con Andrea ha scelto di quello legato a una cultura e a una tradizione antichissime.

Grazie, Andrea.