L’amore per la corsa è amore di sé
Ci sono storie di corsa che iniziano per gioco. Altre per uno scatto di orgoglio o per una voglia di cambiamento. E ci sono poi quelle che iniziano con un rifiuto. Lo stesso che è all’origine, a volte, di alcune storie d’amore.
Questa è la storia di Agnese.
Agnese è sempre stata una sportiva: la sua passione era la danza, ma praticava anche altri discipline.
A tutti quelli che le dicevano di iniziare a correre, Agnese rispondeva con un secco rifiuto colorato di ironia. “Mai correre – diceva – se corri non puoi chiacchierare”.
“Mai dire mai”, afferma però un famoso proverbio. E Agnese l’ha provato sulla propria pelle.
“Costretta” in un certo senso dalla propria allenatrice di kickboxing, che quasi di forza la portò a correre, Agnese ha scoperto il running. Non come sport, ma come disciplina, un modo di essere: il modo di essere Agnese.
Agnese si alza tutte le mattine alle 5, in estate e inverno. Una breve colazione al volo, e alle 6.00 è in strada, con le scarpe ai piedi. Tutto intorno il giorno che nasce, nelle orecchie il suono cadenzato dei passi sull’asfalto e nella testa il mondo, i progetti, le paure di mamma, gli ostacoli che si possono incontrare lungo il normale percorso esistenziale di ciascuno. È lì, proprio in quel momento, che Agnese coglie la magia della corsa: in quel momento tutto sembra andare a posto, ogni difficoltà si ridimensiona e la realtà si mostra per quello che è, una lunga serie di sfide da superare.
La corsa è, per Agnese, un’ancora di salvezza, qualcosa cui aggrapparsi con tutte le forze per sentire di esserci, a dispetto di ogni naturale paura. Qualcosa che era inevitabile la portasse a lanciarsi oltre il proprio limite.
Agnese ha iniziato a correre le maratone.
Il debutto è stato nella sua città natale, a Pisa, il 9 ottobre 2016. Reduce dal matrimonio della sorella, piena di dubbi ed esitazioni, Agnese ha comunque partecipato ed è corsa, infine, dritta all’arrivo. In tutti i sensi. Prima gara, primo piazzamento, 14esima. Poi sono venuti i 30 km di Lucca, la mezza maratona di Livorno, quella di San Miniato, in cui ha registrato il suo tempo migliore (01:30:05), e infine nuovamente una mezza a Pisa, dove ad aspettarla al traguardo c’era il suo primo sostenitore, suo padre.
Agnese ama dire: ”Se gareggi e ti alleni sul serio non puoi non mangiare, non dare al tuo fisico il giusto riposo, ti devi prendere il tuo spazio ed il tuo tempo…devi esserci e non puoi e non vuoi nasconderti al mondo”.
Agnese con la corsa ha scoperto una nuova forma d’amore, un sentimento che in realtà c’è sempre stato dentro di lei ma del quale non poteva accorgersi perché distratta dal resto del mondo: l’amore per sé stessa.
La sua corsa migliore? Quella che ancora deve fare.
La mia corsa preferita? Quella al parco con Giorgia, sua figlia.
Grazie, Agnese, per tutto questo amore.